Le disposizioni relative alla moratoria dei prestiti contenute nel Decreto Legge n.18/2020, cosiddetto “Cura Italia” non necessitano di alcun adempimento deliberativo da parte degli istituti di credito. Il decreto in questione, quindi, priva le banche della possibilità di valutare autonomamente se acconsentire o meno a modifiche alle condizioni contrattuali in essere, che rappresentano quindi un diritto dell’impresa.

Il decreto chiarisce che:

• La misura si rivolge alle PMI che hanno subito gli effetti dell’epidemia, a condizione che non presentino posizioni classificate nel “deteriorato”.

• In questo periodo, gli intermediari devono fermare il computo dei giorni di persistenza dell’eventuale scaduto e/o sconfinamento.

• La moratoria non riguarda solo prestiti strutturati a rimborso rateale ma consiste (ed è questo il plus vero del provvedimento approvato dal Governo) in un vero e proprio stand still (divieto di revoca) dei finanziamenti a breve termine in essere alla data del 29 febbraio 2020 e di quelli posteriori alla data di pubblicazione del Decreto Legge e quindi al 17 marzo 2020, volta ad aiutare le microimprese e le piccole e medie imprese. La finalità della moratoria è quella di evitare che un calo della domanda molto forte, anche se limitato nel tempo, abbia effetti permanenti sull’attività di un numero elevato di imprese e sia amplificato da meccanismi finanziari.

• Per questo motivo, utilizzando il modello allegato di comunicazione deve essere richiesta l’applicazione integrale di tutti e tre i punti di applicazione dell’art. 56 (vedi lettere a, b e c del comma 2 dell’art. 56) per evitare interpretazioni parziali e non cautelative per le aziende da parte degli istituti di credito. Consigliamo di non utilizzare la modulistica prestampata dagli istituti di credito che cita la sola moratoria dei mutui o prestiti.